Catechesi e Famiglia

DEFINIZIONE

Catechesi significa letteralmente “fare eco”, nel caso cristiano fare eco alla Parola detta dal nostro Maestro Cristo.
La catechesi è dunque un modo per servire la Chiesa, ovvero Cristo stesso.
Perciò è giusto presentare la catechesi come un Ministero della Parola, e il catechista come un Ministro.
La catechesi è azione della Chiesa, e chi fa il catechista agisce in quanto membro della Chiesa
Anche l’annuncio del Vangelo all’interno della famiglia è da considerarsi come un Ministero. La famiglia catechizzante nel suo agire è una declinazione particolare dell’azione più vasta della Chiesa.

OBIETTIVI

Scopo generale di tale Ministero è quello di far entrare in intimità con Gesù e accompagnare nella maturazione di questo rapporto.

Più nel dettaglio la Catechesi è azione per:
COMUNICARE LA PAROLA, e deve rispondere alla domanda: in cosa crediamo?
CELEBRARE, e deve rispondere alla domanda: cosa commemoriamo? Nascita, vita, passione, morte, risurrezione di Cristo.
VIVERE NELLA CARITA’, e deve rispondere alla domanda: come vivere nella carità, come si discerne il Bene?
Altro obiettivo della Catechesi è:
Trasformare l’esistenza. Ricordandosi che la trasformazione dell’esistenza è un sacramento a tutti gli effetti, in quanto è un segno divino, più precisamente è il segno dell’azione svolta dalla fede, ovvero da Dio nell’incontro con Lui.
Anche il figlio è un sacramento: sacramento dell’amore sponsale.
Gesù è sacramento: segno dell’Amore del Padre per l’umanità che vuole redimere.
Altra funzione della Catechesi è quella maieutica, che consiste nella capacità di trarre dalla persona il Bene che essa ha dentro di sé per opera creatrice di Dio.
La Catechesi infine è azione della Chiesa che introduce nella Chiesa rendendo il soggetto capace d’essere a sua volta attore di Catechesi.

La catechesi presuppone anche l’impegno a nutrire la cultura del nostro tempo con la Parola di Dio. Annunciare Cristo e renderlo presente in mezzo a noi, nella società in cui viviamo. Tale impegno richiede la capacità e la volontà di individuare e utilizzare modi e linguaggi adeguati alla realtà in cui viviamo.
La catechesi come inculturazione della fede, è un impegno necessario. Infatti, se crediamo che la fede è l’essenza della nostra vita non possiamo pensare che la sua assenza nella società umana non crei dei problemi. La stessa crisi economica non può essere vista solo come il prodotto di determinate varabili puramente economiche e sociali, essa è innanzitutto la conseguenza dell’egoismo, di una crisi morale ed etica, in una parola della mancanza di fede.

METODOLOGIA

La catechesi come processo educativo integrale presuppone che la nozione non sia solo insegnata e memorizzata, ma richiede che si traduca in un modo di vivere coerente rispetto al Vangelo.
La nozione deve entrare in testa (dimensione cognitiva), dalla testa al cuore (dimensione emotiva) e da questo alle gambe (dimensione conativa). In sostanza: con la conoscenza deve crescere la capacità di sentire e quindi di giudicare e discernere, per poi riuscire a compiere un’azione coerente alla fede:

conoscenza ……….giudizio/discernimento ……….azione

Con la Catechesi si acquisisce una cultura di vita che può poi essere declinata in molteplici modi a seconda dei carismi e della realtà in cui ci si trova a vivere, cioè a seconda della dimensione interna-personale e di quella esterna-sociale.
Far si che la persona manifesti la sua fede nella vita.
Nell’attività di Catechesi si deve tenere conto dell’età e delle sue specificità emotive, psicologiche e culturali; ad esse vanno adattati linguaggio e contenuti; fermo restando il rispetto della Parola.
Quando si fa Catechesi entrano in gioco molteplici fattori e diversi strumenti: parole, toni, modi, segni fisici. La via crucis, le processioni in strada, i campanili, tutto può essere strumento di catechesi. Al catechista il compito di saper nutrire di contenuti di fede acquisibili questi diversi momenti. Non è un’impresa difficile, il Cristianesimo ha in sé una grande capacità che nel corso dei secoli gli ha permesso di rivestire di contenuti cristiani anche aspetti provenienti da culture e tradizioni religiose o pagane lontanissime.
Anche l’Ebraismo vanta una ricca tradizione, basti pensare all’uso di accompagnare i piatti di cene importanti con il racconto di determinati passaggi della storia della salvezza; o ancora l’uso dei cibi per simboleggiare quegli stessi passaggi biblici
Sostengono l’azione catechetica:

  • il rendere abitabile l’esperienza religiosa (concretizzandola in gesti, riti, giochi, simboli, secondo il modello della Catechesi naturale e pervasiva delle famiglie di un tempo o di quelle ebraiche);

  • la testimonianza credibile di genitori ed educatori.

Strumento essenziale per l’attività di catechesi è il “Catechismo della Chiesa Cattolica” dove è presente la dichiarazione oggettiva e ufficiale di ciò che la Chiesa è, e di ciò in cui crede. Vi è il depositum fidei.
Altro testo importante è l’esortazione apostolica di Giovanni Paolo II “Catechesi Tradende” frutto del lavoro svolto dal Sinodo del 1979.
Oltre a questi documenti ve ne sono tanti altri (religiosi ma anche laici) che si occupano della famiglia e dell’educazione, ultimo in ordine di tempo il documento CEI: Educare alla vita buona del Vangelo.

LA FAMIGLIA
Dimensione sociale

Particolarmente significativo è il ruolo che ad essa è riconosciuto da vari documenti ufficiali e statutari (Dichiarazione dei diritti dell’uomo, Carta europea, Costituzione italiana). Peccato che l’importanza/centralità riconosciuta non si accompagni anche a delle misure che promuovano la famiglia dal punto di vista economico e sociale. Sono carenti le leggi che affermino in concreto il principio costituzionale secondo il quale la famiglia è la società naturale fondata sul matrimonio, depositaria di un nucleo di doveri e di diritti inalienabili.

Nei documenti legati alla vita civile la famiglia appare regolarmente come il primo nucleo della società, e anche come vera e propria società “naturale”. Nella realtà appare chiaro come la famiglia sia oggettivamente la forma di comunità più semplice e più diffusa, non esiste civiltà né tempo né area geografica in cui la famiglia non sia presente.
Nella sua dimensione sociale, la famiglia è il luogo in cui l’essere umano nasce, vive, cresce e sviluppa sia la sua personalità sia la sua capacità di relazionarsi con sé e con gli altri.

È il luogo delle virtù sociali e morali, dove:

  • si diventa adulti e responsabili;

  • si impara il rispetto, la condivisone e il reciproco ascolto;

  • si esercitano e mettono alla prova le virtù necessarie al vivere in società;

  • si riceve l’educazione prima e fondamentale.

È al suo interno che si formano i buoni o i cattivi cittadini.

Dimensione ecclesiale

L’importanza della famiglia nell’ambito della Chiesa è testimoniata e illustrata da numerosi documenti, che nel corso della seconda metà del secolo scorso si sono intensificati sempre più.
La famiglia del resto è essa stessa Chiesa, Chiesa domestica dove si compie la prima catechesi/evangelizzazione e che introduce alla Chiesa universale, la comunità allargata dei Credenti. Inoltre è Chiesa che opera all’interno della Chiesa universale.
Nella sua dimensione ecclesiale la famiglia svolge queste 3 principali azioni:

”   evangelizza (al suo interno e all’esterno) con i mezzi che le sono propri e possibili;
”   partecipa alla pastorale famigliare e ad altre associazioni/gruppi legati alla Chiesa;
”   pratica la carità nelle forme che le sono proprie e possibili.

Base della relazione coniugale e famigliare è l’Amore, che si presenta come il senso più profondo e basilare della vita di ogni uomo, comprovato dagli effetti ineliminabili che la sua assenza o presenza determina nell’uomo.
Quali sono le qualità dell’amore coniugale-famigliare:
1.   oblatività;
2.   libertà;
3.   unità;
4.   totalità;
5.   fedeltà;
6.   indissolubilità;
7.   sacramentalità;
8.   fecondità.

La famiglia è il luogo dell’educazione per eccellenza.
Quali sono le specificità dell’educazione in famiglia?

  • Originale (non è uguale a nessun’altra forma educativa);

  • Primaria (è la prima in ordine di tempo e importanza);

  • Insostituibile;

  • Non delegabile (ma condivisibile con altri agenti educatori subordinati);

  • Non usurpabile;

  • Integrale (riguarda la dimensione, conoscitiva, emotiva, conativa);

  • Rispettosa (innanzitutto dei diritti, della libertà, della dignità, della specificità del bambino).

Quando si educa si devono ricordare le parole della lettera ai Corinzi: “Noi non vogliamo fare da padroni sulla vostra vita/fede, siamo invece collaboratori della vostra gioia”.

L’educazione serve a promuovere la piena realizzazione della persona.