Coppie nella storia della salvezza: Adamo ed Eva

CHRISTIAN-M. STEINER


“FACCIAMO L’UOMO A NOSTRA IMMAGINE”

Le Nozze e la Famiglia nella Sacra Scrittura

Le coppie – famiglie protagoniste della storia della salvezza: Adamo ed Eva

Le prime implicazioni della caduta coniugale originale

“1) Adamo si unì a Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino e disse: «Ho acquistato un uomo dal Signore».
2) Poi partorì ancora suo fratello Abele. Ora Abele era pastore di greggi e Caino lavoratore del suolo.
3) Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore;
4) anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta,
5) ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto.
6) Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto?
7) Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dominalo».
8) Caino disse al fratello Abele: «Andiamo in campagna!». Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise.
9) Allora il Signore disse a Caino: «Dov’è Abele, tuo fratello?». Egli rispose: «Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?».
10) Riprese: «Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!
11) Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello.
12) Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra».
13) Disse Caino al Signore: «Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono?
14) Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e io mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere».
15) Ma il Signore gli disse: «Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!». Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l’avesse incontrato.
16) Caino si allontanò dal Signore e abitò nel paese di Nod, ad oriente di Eden.”
“Ho acquistato un uomo da Dio.”
 Eva concepisce nella consapevolezza che la vita del loro figlio è dono di Dio. Nonostante la caduta originale la coppia può per la prima volta attuare il suo ufficio originale di “fare l’uomo a immagine di Dio”. Ma insieme a questa dignità immensa comincia a trasmettere qualcosa che non è in sintonia con il suo essere a immagine di Dio.
La coppia chiamata ad essere esclusivamente origine di vita si scopre origine di morte. L’autore sacro fa intravedere nella famiglia l’origine di questa negatività.
“6) Il Signore disse allora a Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto?
7 )Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dominalo».”
Il Signore si rivela vicinissimo a Caino proprio nel momento della sua confusione, della sua tentazione. Gli legge sul volto l’anima e glielo dice, per dargli la possibilità di decifrare e di verbalizzare lo stato d’animo che lo attanagli. Rendere la sua confusione interiore intelligibile è il dono più grande che Dio può offrire a Caino in questo momento di smarrimento. Capirsi significa ritrovarsi, riconoscersi abitabile anche nella tempesta dell’invidia.
Dio consiglia a Caino come rimanere “a sua immagine”, senza portare la divisione tra se stesso e i propri pensieri e sentimenti. Come Dio è uno con se stesso e con le sue azioni così vuole preservare Caino dal tradimento di sé in seguito a un’immagine erronea di se stesso. E’ sull’immagine che l’uomo ha di se stesso che si gioca la sua realizzazione o il suo fallimento, perché essere a immagine di Dio è la sua più intima natura.
E Dio aggiunge due consigli che lo rivelano “esperto di umanità”:
“Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo (il volto) alto?”
Dio cerca di saldare la fedeltà di Caino alla sua azione. Dio invita Caino ad abitare la sua azione rivelandogli in che modo lui può essere a immagine di Dio: come Dio abita le sue azioni così Caino è invitato a fare lo stesso. Ma Caino invece imita i suoi genitori nel tradimento di se stessi.
Come Adamo ed Eva, Caino dimentica che si tratta di imitare Dio; continua a volersi sostituire all’altro, al fratello Abele, così come i genitori loro volevano sostituirsi a Dio.
Dio vede la fatica di Caino nell’abitarsi e perciò gli dà un secondo preziosissimo consiglio: “Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo istinto, ma tu dòminalo.
Quasi un ultimo freno: se il peccato “è accovacciato alla tua porta” ti resta un’ultima possibilità: “Dominalo!” Dio rivela a Caino che ha potere sul peccato. La sua volontà avrebbe un’energia più potente dell’attrazione del peccato, ma per attuarsi è necessaria la libera scelta.
Il successo dei consigli divini lascia a desiderare; ma Dio cosa fa? si offende? si ritira in una trascendenza lontana dall’uomo?
La trascendenza di Dio è per sua natura vicinanza infinita all’uomo. Perciò tratterà l’assassino del fratello nel modo seguente: “Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l’avesse incontrato.” Anche l’assassino rimane il protetto del Signore.
Rimane il mistero perché Dio ha gradito il sacrificio di Abele e non quello di Caino. Il testo non ne dà il motivo. Nella logica narrativa sembra avere semplicemente la funzione di generare le premesse per il dialogo drammatico tra Dio e Caino. Di fatto Dio nel suo parlare non sembra minimamente mosso dal non aver gradito l’offerta di Caino, ma dalla preoccupazione di non farlo peccare in futuro, il che implicherebbe che prima, cioè sacrificando, non ha peccato! Il testo mette l’accento sul dialogo tra Caino e Dio, e sulla preoccupazione di Dio sia per la vita di Abele sia per la vita di Caino. Nel suo dialogare, infatti, tenta di salvare la vita di tutti e due.

La famiglia: origine dei mali sociali

Il racconto di Caino e Abele svela il dramma famigliare che segna tutte le civiltà. Da ogni famiglia possono uscire santi e assassini, a seconda di come i figli interpretano la loro vita alla luce dello stile di vita dei genitori. Ogni persona è libera, ma sviluppa la sua libertà in relazione a come ha sperimentato la vita nella propria famiglia d’origine, vale a dire in base alla rappresentazione che la coppia genitoriale dà della vita.
I genitori sono vicini alla vita dei figli più di quanto i figli non siano vicini a se stessi, e ciò a imitazione della vicinanza che Dio ha a ogni essere umano. E’ da questa vicinanza vertiginosa agiscono in modo profondo sulla costruzione della relazione che il figlio instaura gradualmente con se stesso, con tutta la sua vita e persona!
Adamo ed Eva non sono riusciti a interpretare il disagio di Caino che è cresciuto nella gelosia per il fratellino più piccolo (Abele) come avviene in tante famiglie.
Per Caino, sentirsi “secondo” implica, l’insoddisfazione e nello stesso tempo determina la fatica di identificarsi con le proprie azioni e quindi con se stesso. In lui, l’immagine dell’eccellenza di suo fratello predomina sull’immagine che ha di se stesso. E non è difficile immaginarsi come i genitori abbiano contributo a questa sua percezione o trascurandolo dopo la nascita di Abele, o non curandosi della percezione che in lui maturava nei confronti di questo nuovo fratellino.
Insomma l’assassinio di Abele ha una storia famigliare alle spalle.
E’ nel contesto delle relazioni famigliari che Caino sviluppa la sua indole di assassino, non perché vi sia costretto dai suoi genitori ma perché lui liberamente sceglie e asseconda questa inclinazione al male presente in ognuno di noi.
Tutti i mali della società hanno una storia famigliare. Il sistema di corruzione che caratterizza molte istituzioni si basa su persone che nella relazione con se stessi non sono in sintonia, non hanno imparato ad abitare la propria persona, le proprie azioni e relazioni. A imitazione di Caino inseguono un modello di vita a loro estraneo ma che sono disposti, o desiderosi, di realizzare a costo di azioni che tradiscono la propria dignità e danneggiano altre persone.
Il ladro, lo stupratore, il violento, l’imbroglione, il corrotto, il carrierista, il prepotente ecc. sono tutte persone che sono rimasti a metà dello sviluppo della loro personalità.

Non sono riusciti a cogliere la propria preziosità e abitabilità grazie alla mediazione genitoriale. Non hanno colto una centrale caratteristica del loro essere a immagine di Dio: l’abitabilità straordinaria della loro persona, del loro corpo, della loro vita, delle loro azioni e delle loro relazioni per se stessi. Dio Trinità abita se stessa in modo infinitamente felice. La sua abitabilità reciproca è il suo segreto più intimo, il suo essere Trinità, perciò è anche il segreto più intimo di ogni uomo.

Ma chi non abita se stesso, chi non si è fedele rischia sempre di tradirsi, trasferendosi mentalmente in modelli di vita non in sintonia con la vera dignità umana.
Ogni atto criminale nasce da un’assolutizzazione di un modello di vita diverso dal mio, e alla radice c’è il disprezzo proprio della mia vita reale.
La stessa criminalità organizzata, le società segrete o le sette religiose si basano su questa assolutizzazione di esperienze infantili o adolescenziali che prescindono dal valore oggettivo della persona e dalla felicità conseguente di essere me stesso.
Ho bisogno di relazioni speciali, di poteri particolari e di ricchezze grandi per poter stare con me.
Anche nella stessa Chiesa spesso predomina una percezione del gruppo “dei nostri” all’interno di parrocchie, diocesi, movimenti e istituti di vita consacrata, che prescindono dalla comune immersione battesimale e si costituiscono su interessi di potere, simpatie, ideologie, appartenenze geografiche ecc..
Dal punto di vista dello sviluppo si tratta di persone che hanno scelto atteggiamenti infantili o adolescenziali come stile di vita.

Caino potrebbe aver assolutizzato il suo considerarsi trascurato dopo la nascita di Abele, e impostato così tutta la sua vita su questa percezione infantile fino al punto di sentire l’urgenza di dover eliminare chi gliela ha provocata.
Non è riuscito a leggere il testo dell’amore genitoriale che per sua natura sarebbe in grado di svelargli e fargli sperimentare la preziosità della sua persona e della sua vita. Oppure Adamo e Eva hanno litigato troppo spesso sul fatto che “si sono giocati il paradiso” e perciò hanno offuscato il testo nuziale-genitoriale al punto da renderlo illeggibile per Caino. Comunque sia andata sempre di relazioni famigliari si tratta.

Per la riflessione:

  • Quanto sono familiare con il libro della Genesi? Quali sono i passi che amo di più?

  • A proposito di Caino posso condividere che i mali sociali trovino la loro origine nelle famiglie? Ne posso portare esempi a favore o a sfavore di questa tesi?