Coppie nella storia della salvezza: Noè e la Sua Famiglia

CHRISTIAN-M. STEINER


“FACCIAMO L’UOMO A NOSTRA IMMAGINE”

Le Nozze e la Famiglia nella Sacra Scrittura

Le coppie – famiglie protagoniste della storia della salvezza: Noè e la sua Famiglia

Noé salvo in un mare di male, e la nuova alleanza

“5) Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni disegno concepito dal loro cuore non era altro che male.
6) E il Signore si pentì di aver fatto l’uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo.
7) Il Signore disse: «Sterminerò dalla terra l’uomo che ho creato: con l’uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito d’averli fatti».
8) Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore.”

Dio è come nauseato dalla violenza umana, che è in così netto contrasto rispetto al Suo proprio essere, ma nello stesso momento è incantato dallo stile di vita di Noè, e sviluppa la sua tipica premura.
In mezzo a un mare di male Dio è in grado di riconoscere chi continua ad assomigliargli, e una volta riconosciuto, se ne prende cura sino a fondare su di lui il futuro dell’umanità.
Come si è preoccupato di vestire la coppia originale dopo la sua caduta, come era vicino a Caino nella sua tentazione, e come l’ha protetto dopo la sua caduta, così ora spiega a Noè nei minimi dettagli come deve essere costruita l’arca di salvezza.
“13) Allora Dio disse a Noè: «E` venuta per me la fine di ogni uomo, perché la terra, per causa loro, è piena di violenza; ecco, io li distruggerò insieme con la terra.

14) Fatti un’arca di legno di cipresso; dividerai l’arca in scompartimenti e la spalmerai di bitume dentro e fuori.
15) Ecco come devi farla: l’arca avrà trecento cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta di altezza.
16) Farai nell’arca un tetto e a un cubito più sopra la terminerai; da un lato metterai la porta dell’arca. La farai a piani: inferiore, medio e superiore.”

Dio si preoccupa della realizzazione dell’arca nei minimi dettagli, come si preoccupa, nei minimi dettagli, della realizzazione della persona umana. E anche in questa situazione disperata, in cui lui viene respinto dalla sua stessa immagine, ovvero l’essere umano, Dio escogita un piano di salvezza in coerenza con il suo progetto iniziale.
Dio non molla la coppia-famiglia; anzi proprio adesso insiste ancora di più sulla centralità della coppia, estendendola a tutti gli animali, quasi facendo del “due a due”, della nuzialità cosmica, la condizione di fondo della vita nell’arca e perciò dell’alleanza nuova che istaura con il genere umano e con tutta la sua creazione.
“17) Ecco io manderò il diluvio, cioè le acque, sulla terra, per distruggere sotto il cielo ogni carne, in cui è alito di vita; quanto è sulla terra perirà.
18) Ma con te io stabilisco la mia alleanza. Entrerai nell’arca tu e con te i tuoi figli, tua moglie e le mogli dei tuoi figli.

19) Di quanto vive, di ogni carne, introdurrai nell’arca due di ogni specie, per conservarli in vita con te: siano maschio e femmina.
20) Degli uccelli secondo la loro specie, del bestiame secondo la propria specie e di tutti i rettili della terra secondo la loro specie, due d’ognuna verranno con te, per essere conservati in vita.
21) Quanto a te, prenditi ogni sorta di cibo da mangiare e raccoglilo presso di te: sarà di nutrimento per te e per loro».
22) Noè eseguì tutto; come Dio gli aveva comandato, così egli fece.”

Anche la partenza dell’arca si conclude con uno di questi delicatissimi gesti che contraddistinguono Dio nel testo della Genesi: Dio si fa “portinaio” dell’arca di Noè:
“16) Quelli che venivano, maschio e femmina d’ogni carne, entrarono come gli aveva comandato Dio: il Signore chiuse la porta dietro di lui.”

Il testo sacro afferma il suo agire nuziale attraverso queste descrizioni dettagliate, che rivelano il suo preoccuparsi viscerale per l’umanità. Un comportamento che si pone in forte contrasto con la crescente violenza dell’umanità e con il suo radicale allontanarsi dall’essere immagine di Dio. Gli uomini non si “vestono” reciprocamente, non si “chiudono la porta”, non si “consigliano” nella tentazione e non si “proteggono” dopo aver peccato.
Solo Dio stesso porta avanti il suo movimento nuziale, inaugurato dal principio.

Ora Noè è rimasto come unico suo alleato; rappresenta la famiglia modello, che vive in sintonia con il suo ufficio di “fare l’uomo a immagine di Dio”.
Una volta passato il diluvio Dio afferma di nuovo la centralità della coppia, il suo essere a immagine di Dio e il suo ufficio di essere fonte di vita.
“1) Dio benedisse Noè e i suoi figli e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra.
2) Il timore e il terrore di voi sia in tutte le bestie selvatiche e in tutto il bestiame e in tutti gli uccelli del cielo. Quanto striscia sul suolo e tutti i pesci del mare sono messi in vostro potere.
3) Quanto si muove e ha vita vi servirà di cibo: vi do tutto questo, come già le verdi erbe.
4) Soltanto non mangerete la carne con la sua vita, cioè il suo sangue.
5) Del sangue vostro anzi, ossia della vostra vita, io domanderò conto; ne domanderò conto ad ogni essere vivente e domanderò conto della vita dell’uomo all’uomo, a ognuno di suo fratello.
6) Chi sparge il sangue dell’uomo dall’uomo il suo sangue sarà sparso, perché ad immagine di Dio Egli ha fatto l’uomo.
7) E voi, siate fecondi e moltiplicatevi, siate numerosi sulla terra e dominatela».”

Ritorna la benedizione originale: l’uomo è immagine di Dio, che attua nella sua fecondità e nel suo dominio sulla realtà.
Che “dominio” non voglia dire “violenza” è ormai esperienza acquisita da un’umanità ferita propria dalla stessa violenza.
Si tratta di un’alleanza con la vita tutta intera e in tutte le su manifestazioni:
“8) Dio disse a Noè e ai sui figli con lui:
9) «Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza coni vostri discendenti dopo di voi;
10) con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e bestie selvatiche, con tutti gli animali che sono usciti dall’arca.
11) Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutto nessun vivente dalle acque del diluvio, né più il diluvio devasterà la terra».
12) Dio disse: «Questo è il segno dell’alleanza, che io pongo tra me e voi e tra ogni essere vivente che è con voi per le generazioni eterne.
13) Il mio arco pongo sulle nubi ed esso sarà il segno dell’alleanza tra me e la terra.
14) Quando radunerò le nubi sulla terra e apparirà l’arco sulle nubi
15) ricorderò la mia alleanza che è tra me e voi e tra ogni essere che vive in ogni carne e non ci saranno più le acque per il diluvio, per distruggere ogni carne.

16) L’arco sarà sulle nubi e io lo guarderò per ricordare l’alleanza eterna tra Dio e ogni essere che vive

in ogni carne che è sulla terra».
17) Disse Dio a Noè: «Questo è il segno dell’alleanza che io ho stabilito tra me e ogni carne che è sulla terra».”

Dio sceglie un bellissimo segno per ricordare la sua alleanza con “ogni essere che vive in ogni carne”: l’arcobaleno.
Guardare insieme a Dio l’arcobaleno, d’ora in poi significherà ricordarsi del si incondizionato di Dio a ogni essere creato.
Dal punto di vista battesimale, ovvero della nostra immersione nella vita di Dio che progetta l’arca e chiude la sua porta, la lettera di Pietro offre un’interpretazione sorprendente:
“18) Anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito.
19) E in spirito andò ad annunziare la salvezza anche agli spiriti che attendevano in prigione;
20) essi avevano un tempo rifiutato di credere quando la magnanimità di Dio pazientava nei giorni di Noè, mentre si fabbricava l’arca, nella quale poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo dell’acqua.
21) Figura, questa, del battesimo, che ora salva voi; esso non è rimozione di sporcizia del corpo, ma invocazione di salvezza rivolta a Dio da parte di una buona coscienza, in virtù della risurrezione di Gesù Cristo,
22) il quale è alla destra di Dio, dopo essere salito al cielo e aver ottenuto la sovranità sugli angeli, i Principati e le Potenze.”

Pietro riconosce nell’arca una “figura” del battesimo facendo capire che gli eventi dell’Antica Alleanza hanno diversi livelli di sensi che si scoprono man mano che la storia della salvezza progredisce. E’ un chiaro invito a leggere la Sacra Scrittura nella sua profonda unità.
Il Dio di Noè non ci è estraneo ma nel battesimo si fa mio con tutto ciò che Egli compie; si affida a me e con sé mi dona anche le sue azioni. Nel battesimo Noè e la sua arca diventano “miei”, cari a me quanto sono cari al Padre immenso che cuce le vesti alla coppia caduta, cari a me quanto sono cari allo Spirito dolcissimo che progetta l’arca; cari a me quanto sono cari al Figlio presentissimo che ne chiude la porta.
La famiglia battezzata, immersa nella stessa vita di chi progetta arche e ne chiude le porte, sarà persino in grado di sconfiggere con la sua vitalità il male della morte, e condurre l’umanità in un futuro glorioso.
Se allora l’arca è figura del battesimo, l’arcobaleno ne sarà il segno.
Dio scrive nel cielo la bellezza della condizione battesimale indicando alla storia il suo orientamento!