Vorrei pregare con te

Stefano:
Sì è davvero importante la preghiera, Don Antonio e i Signori Vanali, ce lo hanno ben rivelato. Nella mia esperienza l’importanza della preghiera (così come per altre cose, altre persone care) ho iniziato a misurarlo prendendo coscienza del bisogno che ne avevo. Quando mi sono accorto che senza la preghiera del mattino la giornata non iniziava allo stesso modo, oppure quando ho notato che andando a dormire mi mancava qualcosa se nel corso del giorno non avevo riservato degli spazi per rivolgermi a Lui.
Forse un non credente dietro questo bisogno della preghiera potrebbe trovare conferma del fatto che la fede è solo una debolezza dell’uomo, ma per quanto mi riguarda proprio questo bisogno mi fa sentire vicino a Gesù, mi unisce a Lui, perché la sua vita mi dimostra come anche Lui aveva bisogno di pregare. Diversamente perché nel Vangelo vediamo che la sua predicazione è preceduta da quaranta giorni nel deserto in cui digiuna e prega?
Perché lo vediamo sottrarsi alla folla e lasciare i discepoli per ritirarsi in preghiera nei monti o in riva ad un fiume? Perché sentendo avvicinarsi la sua ora si ritira in preghiera nei Getsemani? Perché sulla Croce fino all’ultimo parla con il Padre?
Il mio bisogno era il bisogno di Gesù: che meravigliosa condivisione!
E così trovo che la preghiera sia davvero il modo migliore per fare l’esperienza di Pascal, e sentirsi nello stesso tempo infinitamente piccoli e infinitamente grandi: mi sento infinitamente piccolo perché prendo coscienza e riconosco che la mia vita è in tutto dipendente da Dio; infinitamente grande perché ho modo di prendere atto che sono in un rapporto di confidenza di intimità nientemeno che con Dio, di più che posso vantarmi di avere una paternità, una protezione divina.
Appurato questo bisogno vorrei pure dire che quando prego non penso che Dio voglia la mia preghiera come un atto di pura sottomissione, credo piuttosto che Lui la voglia perché desidera che noi gli parliamo, desidera le nostre parole, come un padre, come una madre che pagherebbero tutto l’oro del mondo per conoscere dai figli: i loro sogni, le loro gioie i loro bisogni e le loro sofferenze. Forse a Dio piace ascoltarci, Gli piace sentire come il nostro amore per lui, la nostra fede, la nostra fantasia mettono insieme le parole per rivolgerci a Lui.
Forse Dio attende le nostre preghiere come l’innamorata attende le poesie dell’innamorato.

Sonia.
Dio attende le nostre preghiere come un innamorato attende le poesie dell’innamorata……
Trovo molto bello questo paragone, una ricerca e attesa di comunicazione e di un dialogo amoroso. Infatti io vedo la preghiera proprio come un dialogo diretto tra me e il Verbo infinito a cui mi affido.
Sebbene esistano tempi e luoghi per la preghiera “ufficiale”, che sono quelli liturgici, per me non vi  è un luogo dove io non possa pregare, né un unico luogo in cui lo possa fare, e non vi è un tempo in cui non possa pregare, né un unico tempo in cui io lo possa fare, perché Dio E’ sempre e ovunque.
Credo piuttosto che al tempo e al luogo occorra uno spazio in cui la preghiera si possa realizzare, questo spazio è dentro di me e dipende da me. Solo qualche anno fa ho scoperto la preghiera con i salmi, una preghiera in cui ci sta tutta la  mia vita. Questa preghiera mi aiuta a vedere come pregava Gesù e come tutta la vita possa essere preghiera.
Ogni momento è nuovo e mai vissuto, per quanto i giorni si possano assomigliare; essendo una persona in continua crescita, come tutti, così anche la mia preghiera mi sembra che si evolva e penetri in parti sempre più intime fino a riempire ogni spazio ogni tempo e ogni luogo.
Posso fare qualche esempio di come la preghiera faccia parte della mia vita quotidiana.
Prego in primo luogo per lodare il Signore:

  • Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome.

  • Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tanti suoi benefici.

  • Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue malattie;

  • salva dalla fossa la tua vita, ti corona di grazia e di misericordia;

  • egli sazia di beni i tuoi giorni e tu rinnovi come aquila la tua giovinezza. Sal. 102 1,5).

Prego per l’infinita bellezza del cosmo e di tutto ciò che esso contiene, compreso l’uomo, creato come un prodigio, di poco inferiore agli angeli, che ha il potere sulle opere create dal Signore, perché ne sappiamo fare buon uso.
Prego per ringraziare il Signore del dono della mia vita e del dono di Stefano, di tutte le persone che ne hanno fatto parte, di tutte quelle che ci sono vicine e di quelle che vorrà farci incontrare.
Prego per capire cosa il Signore voglia da noi, quali sono i suoi disegni, perché le nostre vie non sono le sue vie e spesso non le comprendo. Nella preghiera ci affido a Lui, per la grazia del discernimento e della sottomissione alla Sua volontà.
Prego anche per lamentarmi: fu una bella scoperta trovare all’interno dei “Libri profetici” le “Lamentazioni”, e scoprire che i Salmi sono pieni di lacrime. Così il mio lamento è potuto diventare preghiera di speranza.
Prego per il futuro, per i nostri progetti sempre tanti e vivificanti.
Per tutto questo mi piacerebbe che la nostra preghiera fosse a due voci: vorrei pregare con te!

Stefano:
Purtroppo la mia testimonianza sulla preghiera in famiglia non è granché esemplare. Sono rare, infatti, le occasioni in cui prego con Sonia, e quelle poche volte, capita solo perché Sonia con la sua dolce e convincente insistenza apre una breccia nel mio muro. Cosa componga questo muro è complesso da spiegare. Incidono fattori sociali e caratteriali che non è facile neutralizzare.
Siamo degli esseri sociali che inevitabilmente sono esposti a ciò che li circonda (modelli familiari, ritmi frenetici, cultura individualista, banalizzazione televisiva, il buon vecchio modello dell’uomo duro che non piange e non prega, che “non ha bisogno di chiedere niente”) e allo stesso modo non possiamo cancellare con un colpo di spugna elementi caratteriali profondamente radicati (visione intimistica della fede, tarda scoperta/riflessione su questa dimensione della preghiera e della relazione di coppia, introversione, pudore).
Prendere atto dell’esistenza di questi condizionamenti, credo però che sia già un primo passo per cambiare, per iniziare a liberarmi dai condizionamenti negativi che vengono dall’esterno e per superare quegli elementi del carattere e della mia storia che ostacolano una relazione più limpida con me stesso, con Sonia e con Dio che ci ha voluti un cuor solo e un’anima sola.
La mia testimonianza sta allora in questa iniziale presa di coscienza, nei piccoli passi avanti che stiamo facendo, nell’espormi alla sua dolce e convincente insistenza, nel riconoscimento della legittimità e bontà della sua richiesta, e infine questo desiderio che sincerante mi porta dentro e che poi è il titolo del nostro intervento: Vorrei pregare con lei.
Vorrei unire la mia voce alla sua in una preghiera intima al Signore, tutta nostra.

  • Una preghiera dove io offro la mia voce per lei, e lei la sua per me.

  • Una preghiera dove mettiamo in comune la nostra fede e la nostra fantasia per parlare al Signore.

  • Una preghiera dove io faccio miei i suoi bisogni e lei suoi i miei.

  • Una preghiera dove insieme ringraziamo Dio e benediciamo i giorni d’amore che ci ha dato, il giorno in cui ci ha fatto conoscere, quello in cui ci ha unito in matrimonio e quelli in cui ci ha riavvicinato evitando che ci perdessimo.

  • Una preghiera dove io rendo lode al Signore per le cose del creato che piacciono a Sonia e lei fa lo stesso per mio conto.

  • Una preghiera in cui al cospetto di Dio ci perdoniamo le colpe e ci ringraziamo dei doni.

  • Una preghiera in cui giorno dopo giorno rinnoviamo le nostre promesse matrimoniali e la nostra volontà di essere fedeli a chi ci ha unito.

  • Una preghiera dove siamo davvero un cuor solo e un’anima sola.


Sonia:
La ricerca del racconto della nostra esperienza personale mi riporta a guardare la nostra storia di fidanzati, e di coppia sposata in Gesù.
Poco tempo dopo che ci siamo fidanzati, nel 1989 io avevo 16 anni e Stefano 18, abbiamo ri-iniziato insieme ad andare alla Messa della domenica, e sempre insieme, in quel periodo abbiamo iniziato a parlare della nostra fede, delle nostre percezioni, alla ricerca del senso profondo della nostra vita.
Ricordo in particolare una discussione accesa sull’uomo: Essere finito o infinito? Dedicammo un pomeriggio intero a questo argomento e quando concludemmo non eravamo per niente d’accordo.
Ad ogni modo la condivisione e il confronto ci hanno permesso di approfondire anche singolarmente ognuno la propria fede, costringendoci a riflettere meglio sulle nostre teorizzazioni e avvicinandoci alla Scrittura, Vera Fonte di ogni conoscenza.
Fu Stefano a regalarmi il mio primo Vangelo nel Natale del 1991, lo stesso che ho sempre sul comodino e che leggo prima di addormentarmi nella mia preghiera spontanea.
Il Matrimonio, nel 2001, ha portato nelle nostre vite una meravigliosa novità, abbiamo lasciato le nostre case e i nostri genitori con la gioia di poter diventare una sola carne e un solo cuore. Scegliemmo come destinazione per il nostro viaggio di nozze Assisi e pregammo molto, in silenzio, insieme.
Pian piano abbiamo scoperto che le difficoltà nel diventare un cuor solo non erano poche, ma non abbiamo mai lasciato la Messa la domenica e le discussioni/approfondimenti tra noi, con le nostre famiglie d’origine e con gli amici.
Nelle gioie e nelle difficoltà di ogni giorno, che è come 1.000 anni agli occhi del Signore, ognuno ha sempre trovato i suoi spazi per la preghiera intima, le nostre preghiere in comune erano indirette, Stefano mi regalava, e continua a farlo, le sue preghiere per iscritto, e io ho iniziato a regalargli i Salmi con i miei commenti.
Ad un certo punto qualcosa è cambiato in me, e cambiare il mio rapporto con Stefano è diventata un’esigenza, anche per la preghiera. Sentivo che la mia preghiera e il mio rapporto con Gesù non poteva rimanere solo tra me e Lui, io non ero io senza Stefano.

sposati e averci conservati in questa notte.
Ti offro le mie azioni e quelle di Stefano per questo giornata, fa che siano tutte secondo la Tua volontà e per la maggior Tua gloria, preservaci dai pericoli dal peccato e da ogni male e la tua grazia sia sempre con noi e con tutti i nostri cari. Amen”.
Dunque ho iniziato ad allargare le mie preghiere dandogli un formato da coppia. E vi garantisco che da quando la mia preghiera si è trasformata in “nostra preghiera” le cose sono iniziate a cambiare, perché la preghiera ha un grandissimo potere: Può CAMBIARE IL MONDO!
E’ dal 2008 che qualche volta riusciamo a liberarci dalle nostre resistenze e riusciamo a pregare insieme, qualche volta con la lettura di un Salmo o di un passo della Bibbia, o ancora con la lettura della Liturgia delle ore. Una volta, abbiamo recitato insieme il rosario, facendo anche una piccola meditazione. Qualche volta riusciamo a ringraziare insieme il Signore per tutti i suoi doni.
Queste esperienze mi hanno mostrato come in quelle occasioni l’intensità della preghiera aumenti, forse all’inizio ho teso ad ascoltare la sua voce, a pensare a come la mia si manifesti, ma poi quando la voce diventa una, e il pensiero si volge completamente a Colui che preghiamo e alle parole che risuonano dentro noi, la preghiera diventa di un’intensità meravigliosa.
Infine vorrei aggiungere che la mia preghiera non sarebbe quella che è, se non avessi mio marito.